venerdì 5 settembre 2008

Venezia; il ponte della vergogna

Un'opera d'arte o una grande opera architettonica,include in sè lo stadio di civiltà raggiunta da una società in un determinato momento.
Include vuol dire che lo porta dentro sè come segno delle conquiste raggiunte,dei miglioramenti ottenuti,per mostrarli e consegnarli alla testimonianza del tempo.
Sarà per questo che a Venezia si è aperto un ponte che alcuni dicono sia costato 15 milioni di euri e che per tutta la sua sezione è fatto di gradini e non ha una piccola corsia piana per i disabili oppure una banale piattaforma con cremagliera per le carrozzine dei disabili?
Per testimoniare l'inciviltà di quest'epoca che con tecnologie sofisticatissime nel campo missilistico non riesce (o peggio,non vuole) a mettere su un passaggio pedonale un paio di congegni semplici come i Lego?
E che direbbero ai posteri"Vedete,da questo momento non ci sono più esclusi dal passeggio,com'era in passato per la mancanza di soluzioni tecnologiche".
Invece,pare che la proposta sia quella di fare un'ovovia sotterranea,come se i disabili fossero topi,cosa di cui vergognarsi.Come se non avessero il diritto di godere del panorama del Canal Grande sostando sulla cima del ponte,come tutti gli altri.
Questo è lo stato di civiltà che nel computerizzatissimo 2008 d.c. la città di Venezia consegna alla storia.
Un sentito grazie all'architetto Calatrava e al sindaco Cacciari,genuini rappresentanti dell'Homo pre-sapiens.

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